Prot. n. 654/22
Oggetto: Lettera Circolare Avvento 2022
Alle Comunità Medee
ICA BB
Carissime sorelle.
Eccomi, puntualmente, in continuità storica con tutte le Madri che mi hanno preceduto, all’appuntamento della lettera circolare che scandisce i tempi forti liturgici. L’Avvento è alle porte e desideriamo viverlo con spunti che ci aiutino ad incarnare il carisma dell’Istituto così come nel nostro ultimo Capitolo lo abbiamo espresso: carisma, sfida profetica nell’oggi della storia.
Nella mia prima lettera circolare vi è stato un flash di contemplazione del carisma delle Suore Medee nel suo punto più alto, nel suo compimento, raccontando l’atto finale su questa terra della vita di una sorella, vissuta intensamente nelle sue luci ed ombre dove, il Padre, si è degnato di mostrarci l’avvenuta conformazione al Figlio suo Cristo Signore.
In questa seconda lettera di Avvento vorrei mostrare, per quanto mi è possibile, l’inizio della vita nel carisma, sollecitata a questo dall’evento che stiamo preparandoci a vivere, la nascita del Noviziato in quel mistero di unità che pone in una le varie componenti dell’Istituto, Congo, Brasile per ora, ma che desideriamo. ardentemente, di tutto cuore che completino questa unità candidate di Albania, Bolivia, Italia, luoghi dove l’Istituto è presente, ma anche di altri posti.
È di grande conforto poter accompagnare lo sviluppo del seme del carisma depositato dallo Spirito Santo in queste giovani in procinto di cominciare il loro percorso formativo nell’Istituto. Si può obiettare che l’accompagnamento non siamo noi a farlo, ma è compito della Maestra, è vero, ma il Noviziato è una realtà che riguarda tutte, che riguarda il corpo intero che vogliamo sia sano e fecondo. Immaginate se qualche parte del corpo è malata, tutto il corpo resta compromesso. Questo è un richiamo e un invito a tutte le Comunità, a ciascuna sorella di fare una seria revisione della sua vita nel carisma, ne va del bene e della realizzazione di sé nella vocazione e nella missione a cui ciascuna ha dato parola a Dio e, peggio, contribuire a rendere sterile un dono dello Spirito.
Questo tempo d’Avvento è dunque favorevole a rimettere in sesto le nostre Comunità mediante il nostro personale impegno a vivere nel carisma. Ciascuna di noi vivrà questo nuovo inizio dal punto in cui il suo cammino di crescita si trova: all’inizio, nel mezzo del cammino, nel compimento, ossia nell’ultimo tratto della nostra salita a Gerusalemme.
Dopo questa premessa, entriamo nel vivo di ciò che ci siamo prefissate, gli inizi della vita nel carisma.
È ormai assodato che il nostro carisma, fin dalle sue prime espressioni si muove dentro la contemplazione: Medea e le sue amiche si incontrano per contemplare insieme i misteri della vita di Gesù e il primo risultato concreto è la loro decisione di abitare insieme per prolungare la contemplazione dei misteri di vita di Gesù nella contemplazione del mistero di vita di ogni sorella con cui vivere in comune ogni cosa, in primo luogo le cose dello Spirito.
La prima risonanza di questo prolungamento di contemplazione è stato quello di cogliere in sé e nelle sorelle le discordanze tra il modo di essere e di fare di Gesù e il loro, aiutandosi l’una l’altra a diventare sempre più conformi a Gesù: assumere il suo modo di essere e di fare, sperimentare i suoi sentimenti, il suo stile di vita, fare proprie le sue logiche ecc.
Da qui, in modo quasi spontaneo, nasce la pratica della fraterna correzione compiuta sullo sfondo del mistero di vita di Gesù più consono all’obiettivo: ciascuna in verità si pronunciava su qualche difetto esterno che notava nella sorella sottoposta a questa prova. La conferma dell’azione di Dio sulla persona, veniva dall’esperienza di pace e di amore che restava nel suo cuore dopo aver ricevuto la fraterna correzione. In tale situazione nasceva forte il desiderio di condividere con sorelle e fratelli quest’esperienza di Gesù che diventava sempre più il centro di tutto. In questo primo periodo di maturazione del carisma l’entusiasmo e la gioia spingeva queste giovani per i vicoli della Genova del tempo a incontrare, soprattutto gli stranieri che arrivavano a Genova con le galee e si aggiravano per i vicoli della città. Non si sa bene che cosa facessero o dicessero, ma in qualche modo testimoniavano Gesù e il suo amore se non altro insegnando la preghiera del Padre nostro.
Che cosa fare per Gesù? Come rispondere al suo amore per me/noi? Conoscerlo e farlo conoscere, è il percorso che segna la vita della suora medea dall’inizio alla fine sempre in tensione verso un di più di conoscenza e di amore fino alla totale conformazione a Lui. È un percorso di salita a Gerusalemme che abbraccia l’intera vita, seguendo le orme di Gesù in ogni tappa di essa fino alla finale quando avviene il suo compimento di morire con Lui per risorgere con Lui nel Regno del Padre suo e nostro.
La ricerca del che cosa fare per Gesù, mobilita costantemente tutto il nostro essere e operare, ci inserisce nella nostra storia per discernere e capire ciò che è importante e meglio fare. Nel fare delle prime Medee abbiamo visto il loro spontaneo andare per i vicoli della città, portando Gesù; un primo discernimento le porta ad inserirsi nelle scuole di catechesi della domenica dove in un modo più sistematico potevano far conoscere Gesù secondo la dottrina consolidata della Chiesa di allora e si adoperavano che tutti, secondo le classi di età andassero al catechismo; non basta, nel loro continuo discernimento si accorgono che, per conoscere meglio Gesù era necessario imparare a leggere e scrivere e allora cominciarono a fare scuola, aprendo una scuola per le bambine, le più emarginate dalla società di allora. La scuola, nata dentro questa dinamica, sempre sotto la luce del santo timore di Dio resta la migliore espressione del carisma delle Suore Medee, della loro azione contemplativa.
Nel ricordo di Sr. Zita, espresso nella messa di congedo, è stata focalizzata questa sua attitudine, si è detto che la contemplazione del suo Signore e Sposo era da lei vissuta nell’intensità dei rapporti che riusciva a stabilire con la sua classe di alunni. Amava la classe tanto che in nessun’altro incarico riusciva a esprimere meglio se stessa se non con i suoi allievi.
Questi gli inizi del carisma in crescita verso il suo compimento.
Il tempo liturgico che ci sta davanti è la memoria d’inizio del grande compimento della lunga storia di attesa del popolo d’Israele dove si susseguono fedeltà e infedeltà, lode e mormorazione, culto al vero Dio e idolatria, verità e ipocrisia, amicizia e tradimento, mitezza e prepotenza, pace e guerra, amore e odio e dentro questa storia sta la vita di ciascuna di noi, delle nostre Comunità, della Congregazione, della Chiesa, del mondo. Non illudiamoci, la storia dell’Israele di Dio si ripete in ciascuna storia di vita, ma su di essa ormai brilla la stella di Betlemme, compimento di ogni attesa di salvezza, in cui il nuovo Israele è chiamato ad entrare con la sua adesione di fede.
Ripartiamo contemplando il grande mistero della salvezza che si presenta a noi in un fragile bimbo che nasce in una stalla, che viene posto in una mangiatoia per gli animali, che è riscaldato da un bue e un asinello, lasciamoci ispirare da questo scenario e regoliamo le nostre vite. Il poco, il semplice, il quotidiano in tutti i suoi vicoli riguarda le nostre scelte dove siamo invitate a riversare servizio amorevole, contemplativo, dove, come per incanto brilla la Gloria di Dio.
Ricordo che per noi Medee tutto parte dalla contemplazione dei misteri di vita di Gesù. Questa contemplazione deve scandire tutti i giorni della nostra vita come assoluta priorità proprio per prolungare nell’azione la contemplazione. Se nella nostra vita venisse a mancare la contemplazione della Parola, del Verbo, crollerebbe il senso della nostra vita, l’Istituzione con il suo carisma. Vivendo dentro questa dinamica possiamo efficacemente accompagnare le nostre novizie e ringraziare il Signore per avercele donate e chiedere che altre continuino ad aggiungersi anche dai luoghi che appaiono sterili.
Invio una preghiera da fare insieme nel momento di preghiera comunitaria per essere più forti in queste richieste.
E con ciò concludo questa mia lettera che vi prego di leggervi tutto l’amore riversato verso ognuna, verso le Comunità nello scriverla insieme al desiderio che tutte ci decidiamo con cuore nuovo per Gesù nello spirito del carisma per essere profeta del Regno che viene.
A tutte e a ciascuna tutto il mio amore in Gesù e Maria.
Vostra aff.ma
Madre M. Nives Zacchello