Visita alle Comunità del Brasile, Bolivia
La prima visita alle Comunità Brasile Bolivia in veste di Superiora Generale della Congregazione, si è svolta nei mesi luglio-agosto 2022 secondo un itinerario ben definito e rispettato.
Curitiba, 5-12 luglio.
È la Comunità più numerosa: 14 sorelle, la maggioranza anziane, ci sono anche delle giovani, dai cinquanta in su che si trovano lì, qualcuna con problemi di salute, qualche altra nel ruolo di infermiera si adopera per le sorelle anziane e malate. La Superiora è tra le giovani, fascia sessanta, persona instancabile, attiva, pratica, di buona salute, senza pigrizia, presente in tutto dalla cura del parco, a procurare la legna e accendere la cucina per risparmiare il gas. Tutte le mattine alle 4,45 è già all’opera.
La prima impressione avuta è stata quella di trovarmi come in un monastero: tutto ben organizzato, preghiera nei vari momenti della giornata e poi ciascuna, secondo le sue possibilità, presta un servizio utile alla Comunità (di fatto non c’è nessun dipendente esterno) dalla cucina molto impegnativa, alle pulizie della casa, al parco esterno, orto, frutteto ecc. Per tutto c’è grande attenzione e cura, nulla fuori posto. Emerge l’atteggiamento di contemplazione nell’azione. Non basta, hanno cura anche degli arredi e biancheria della chiesa parrocchiale, San Grato, a turno, con i laici, della animazione della liturgia, dell’accoglienza in casa, in qualche fine settimana, di gruppi di preghiera. Non trascurano la loro salute, mens sana in corpore sano! Settimanalmente tutte a fare pilate per aiutarsi a tenere in forma il loro corpo per un miglior servizio al Regno.
Mi è capitato, nel giorno di San Benedetto, l’11 luglio, di fare l’incontro finale con la Comunità, dopo aver ascoltato una ad una, tutte le sorelle. Mi sono confermata nella impressione iniziale di un monastero e monastero benedettino dove l’ora et labora segnano la vita dei monaci e in questo caso segnano la vita, nella fase di compimento, delle Suore Medee. Ironia della sorte, Medea non aveva voluto saperne di monastero quando M. Vittoria le aveva proposto di unirsi a lei nella fondazione di un nuovo monastero, ma in questa situazione la cosa si ripropone e ci sta! La vita apostolica è la sovrabbondanza della vita contemplativa da cui deve sempre attingere e a cui fare ritorno. C’è un tempo in cui la contemplazione è da vivere maggiormente nell’operatività che viene riempita di lavoro apostolico che dà posto all’attenzione, alla bellezza, all’ annuncio, al servizio concreto non per alimentare certa vanagloria: come sono brava! ma per puro amore alle persone su cui, attraverso la mia persona, passa l’amore di Dio e la comunione.
Tuttavia, arriva anche un tempo in cui l’accento si pone di più nel riposo contemplativo, venite a riposare. Ed è in quel riposo talvolta carico di sofferenza fisica, anche spirituale che si compie l’unità di vita tra la contemplazione e l’azione, è il tempo in cui con Gesù sulla croce possiamo dire tutto è compiuto! Le due figure, Medea e Maria Vittoria sono come due simboli, due icone di questa duplicità unificata. Le medee accentuano la contemplazione apostolica, le turchine l’unificazione del tutto nella vita contemplativa, ma entrambe necessarie per dare compimento all’opera di salvezza attuatasi in Gesù alla quale noi semplicemente ci uniamo sia nel tempo in cui Gesù attraversa la Palestina evangelizzando, sia nel tempo in cui sale a Gerusalemme per dare compimento al progetto di salvezza.
È stata una visita piena: incontro con il vescovo Antonio José Peruzzo venuto in casa e anche ascoltato nell’incontro di tutti i consacrati; con il Parroco della nostra Parrocchia, San Grato che forma un tutt’uno con la nostra Comunità e che è anche Rettore del piccolo seminario, ruolo che svolge con tanta passione perché constata che quella è un’ottima via di formazione alla vita cristiana; incontro con le due coppie di laici, Celeste e Mauro, Lenir e Leonidas che condividono la nostra spiritualità e collaborano fattivamente con l’Istituto secondo le sue esigenze. Grazie alla Comunità di Curitiba che ha permesso di vedere rispuntare la luce dal buco nero di una storia di separazione e di poca ortodossia che sempre ha fatto problema al nostro Istituto, a causa dei biografi di M. Vittoria che hanno dato una interpretazione legalistica e unilaterale dei fatti.
Camiri/Bolivia, 15 – 20 Luglio
In questa terra si apre un nuovo scenario della vita Medee, realtà in piena apostolicità. Lo stesso giorno dell’arrivo a Santa Cruz, dopo un buon pranzo condiviso con gioia e tanto gusto, sr Jaqueline ed io partiamo per Camiri. Si arriva a notte inoltrata e per quel momento non si vede che il letto. Il giorno seguente il primo saluto è dato alle tre giovani, Carla, Sara, Sandra che fanno Comunità con Sr. Jaqueline.
In realtà è una Comunità intercongregazionale con le religiose di Nostra Signora dei dolori, rappresentata lì da Sr. Monica, non presente in quei giorni perché in vacanza e in Esercizi Spirituali. Dopo il saluto con le giovani andate subito all’Università, abbiamo avuto modo con Sr Jaqueline di pregare e di parlare a lungo, profittando bene di tutto il tempo piuttosto breve in verità. Il pranzo, programmato nel piccolo, semplice ristorante della mamma di Sr. Ana Luisa, lingua e trippa insieme al riso e ad altro, mi ha fatto riassaporare gusti antichi legati alla mia famiglia d’origine, in particolare al mio papà che spesso diceva alla mamma perché, per oggi non mi prepari una buona trippetta? È stato un bell’incontro, ho visto nella mamma di Sr. Ana Luisa una signora boliviana che porta con maturità, equilibrio e tanto amore il peso della famiglia, un bel simbolo della donna boliviana, così pure, ciascuna nel proprio genere anche le mamme di Sr. Jaqueline e di Sr. Celia. Quanta gioia ho provato averle conosciute!
E per completare l’esperienza di approccio alla famiglia Boliviana, abbiamo trascorso il fine settimana a Villamontes ospiti della famiglia adottiva di Sandra nonché cittadina di Carla dove quest’ultima ha potuto andare a salutare la mamma per poi raggiungerci e restare con noi. La famiglia che ci ha ospitato composta dai coniugi Eliseo, Zobeida e i figli Mattias e Valentina a cui si sono aggiunte Silvia, amica di famiglia e la sua figlia Romina ci hanno fatto vivere in verità l’esperienza che doveva essere delle prime Comunità cristiane dove tutto si svolgeva e si viveva in comune con Gesù al centro anche senza nominarlo. Valentina con la massima disinvoltura mi ha ceduto il suo letto e mi ha dato una mano a prepararlo, una bimba di sei anni. È stata veramente un’esperienza indimenticabile! Abbiamo poi trascorso la domenica in una Comunità rurale a un’ora di macchina da Villamontes. Li abbiamo partecipato alla messa, abbiamo preparato il pranzo nella casa parrocchiale, ambiente tutto molto francescano e tutto è continuato in letizia e semplicità di cuore.
Gli altri giorni di permanenza nella Comunità ci siamo intrattenute con Sr. Jaqueline a conversare a lungo, dopo la colazione del mattino, sempre preceduta dalla preghiera personale e comunitaria. Quando è stato possibile abbiamo partecipato alla messa e le altre volte alla liturgia della parola e alla comunione. Ad un pranzo è stato con noi il responsabile della pastorale vocazionale del Vicariato apostolico di Camiri, un sacerdote di buon spessore spirituale, per quel che ho potuto capire, con il quale Sr Jaqueline collabora; alla sera altre due giovani, simpatiche e amiche della Comunità, Lilla e Abigail hanno cenato con noi e abbiamo parlato a lungo anche sulla chiamata alla vita consacrata.
Da Camiri a Santa Cruz
Il giorno 21 luglio viaggio per Santa Cruz. Molte esperienze: incontri significativi, in primo luogo con le sorelle con cui mi sono trovata veramente a mio agio, una bella risonanza con la spiritualità ignaziana in fase di assimilazione, tradotta nella spiritualità del carisma di Medee, la condivisione del pranzo in casa nostra con l’arcivescovo di Santa Cruz, René Leigue Cesari, persona molto semplice e familiare; la cena in una famiglia di vicini in occasione della novena di preghiere nel primo anniversario di morte di un congiunto; il pranzo con Mitzi Cruz Ledezma, una giovane in accompagnamento vocazionale ed altro.
È operativa una scuola dell’infanzia a cui le sorelle danno veramente il meglio per la formazione dei piccoli in educazione, coinvolgendo le collaboratrici laiche oculatamente scelte e le famiglie a cui è data molta attenzione.
Ho notato sia a Camiri sia a Santa Cruz una buona visibilità del carisma nelle sue dimensioni più proprie: formazione nella fase della vita più importante come sono i piccoli; catechesi, accoglienza di giovani ragazze, per vivere un’esperienza di vita comunitaria cristiana, pastorale vocazionale con particolare attenzione alle famiglie. I presupposti per una vita significativa nel carisma di Medea ci sono, occorre aumentare le fila di nuove Medee per consolidare il meraviglioso dono del nostro Istituto in quella terra di Bolivia così sé stessa e così interessante. Anche in Santa Cruz le strutture, scuola e casa della Comunità hanno ambienti ben distribuiti, rispondenti alle esigenze per cui sono nati, essenziali, comodi e dignitosi di proprietà della Parrocchia. Là, nelle due realtà presenti, Camiri e Santa Cruz non c’è la preoccupazione della manutenzione straordinaria della struttura perché niente è di proprietà dell’Istituto. Si può riflettere su questa realtà. L’unica proprietà dell’istituto in Bolivia è la casa di Tarija in fase di donazione alla Diocesi, ma continua ad essere un problema.
Caxias do Sul, 26-29 luglio
Il 25 luglio con il cuore stretto saluto le sorelle di Bolivia, di nuovo alla volta del Brasile, Caxias do Sul. La visita alla Comunità del Collegio San Giovanni Battista si svolge nei giorni 26-29 luglio.
Non ho potuto vedere la scuola in atto perché era il tempo delle piccole vacanze, tuttavia era presente il personale, gli insegnanti intenti ai preparativi per il prossimo rientro degli alunni. È stato tutto molto intenso e veloce senza il tempo di riassaporare le emozioni di una Comunità operativa nella scuola che ha segnato anche gli inizi della nostra vita apostolica nell’Istituto e che purtroppo oggi in Italia la scuola, almeno per noi Medee non è più. Quasi un’intera giornata per visitare gli ambienti di una scuola veramente all’altezza dei tempi, può ospitare più di mille alunni, attrezzatissima in strumenti informatici utili a conseguire formazione, educazione, cultura di base secondo i principi educativi ignaziani seguiti con tanto impegno e passione coinvolgendo insegnanti, alunni e famiglie. Ho potuto sperimentare che la dimensione educativo-formativa, culturale alla luce del santo timor di Dio è veramente la crema del nostro carisma. Si sono susseguite varie esperienze: la visita ad una famiglia amica; veloce pellegrinaggio, sotto una pioggia torrenziale al Santuario di Nostra Signora del Caravaggio;
Visita a Jeni Dacanal ex Sr. Marta, un’amica ormai in fin di vita, mancata due giorni dopo; una speciale benedizione del Vescovo di Caxias do Sul, Mons. José Gislon OFM capp. dopo aver partecipato alla Messa in cattedrale; Non poteva mancare un’occhiata veloce al monumento dell’Emigrante che ogni volta suscita lacrime di commozione, ripensando a quanti, soprattutto veneti, tagliando le loro radici, sono arrivati qui spogli di tutto, portando loro stessi, la loro vitalità e la loro laboriosità creative di benessere. Dalla dura roccia dalla serra sono nate magnifiche città. È raro parlare con una persona e non sentire l’accento, la cadenza che ti riporta alla lingua dei nonni. Questa è sempre una grande emozione che rinforza quel legame profondo alla tua terra per aprirti anche attraverso una divisione del cuore ad un amore sempre più esteso che ti fa sentire parte viva di tutta l’umanità. Giovanni Paolo II sottolineava che l’umanità è un tutt’uno e papa Francesco la percepisce come una fraternità universale, Tutti fratelli.
I momenti più importanti sono stati segnati dagli incontri con la Comunità e con ciascuna in particolare, dove si può toccare ciò che urge nei desideri e nel cuore: tutto si aggirava intorno alla missione scuola nei progetti, nelle iniziative nel già compiuto e in quello da compiere, nelle sue difficoltà e fatiche, nel momento difficile che sta attraversando da un punto di vista economico, ma anche la speranza e i suoi primi piccoli germogli che danno bene a sperare.
Prata, 31 luglio – 3 agosto
Anche questo tempo è passato veloce, era necessario partire e il giorno 30 luglio in volo per Uberlandia/MG. Altra scuola mi attendeva. A Prata ho trovato una Comunità Medee bella, equilibrata forse dovuto anche alla fascia comune dell’età delle tre sorelle che la compongono. Non è Collegio, ma scuola ossia abbraccia il ciclo scolastico dell’obbligo 3-14 anni. Ho notato che questa fascia scolare è più a misura del nostro carisma. Molto numerosi i bimbi della scuola dell’Infanzia, una garanzia di continuità. Ho respirato senso di comunione, di unità tra sorelle, corpo insegnante, operatori e alunni: Nella distinzione dei ruoli, non c’è differenza di persona, ognuna al proprio posto nel rispetto reciproco e nell’armonia.
Ho potuto visitare tutte le classi al lavoro sia quelle del turno del mattino, elementari e medie sia quelle del turno pomeridiano, scuola dell’infanzia, è stata un’esperienza forte e ricchissima. Bimbi e ragazzini liberi nel senso vero, spontanei e sereni. Un bimbo in una classe mi si è avvicinato, si è accovacciato per terra davanti a me, mi ha toccato le dita dei piedi e poi sorpreso ha esclamato: voce usa meias! Altra bimba di quarta elementare, boliviana, capace di ironizzare con grande simpatia sul suo cognome Gados Hurtado, diceva che il nonno voleva che il suo papà facesse l’allevatore di gados, ma il papà ha preferito prendersi cura dei malati e ha scelto di fare il medico.
Ir. Daniela non si è risparmiata in nulla, mi ha accompagnata a visitare tutte le realtà dei luoghi che in qualche modo ci legano: la Parrocchia, N. S. Do Carmo con la Santa Messa, il saluto al Parroco e un invito a cena. la Cappella di Santa Edivige, restaurata e veramente troppo bella. C’è una targa ricordo delle Suore Medee la cui presenza là è stata fedele fin dagli inizi. Non è mancata la visita all’ospedale N. S. do Carmo, già delle Medee che ha lasciato nel nostro cuore tanta tristezza nel ricordare cos’era e nel vedere la condizione in cui si trova. Visita all’unica sorella sepolta nel cimitero di Prata, Sr Caterina Lobo, e non abbiamo dimenticato di dare un saluto anche a Donna Marina, la mamma di Ir. Miriam sepolta in quel cimitero.
Ibaiti, Collegio 5-9 agosto
E così il 4 agosto, vigilia della festa di N. S. della Neve, con Giulio, il tecnico informatico delle tre scuole del Brasile venuto qualche giorno prima per installare il nuovo proiettore in ogni classe della scuola N. S. Aparecida, siamo partiti alla volta di Ibaiti, collegio N. S. della Neve, pronto a festeggiare con solennità la protettrice del Collegio stesso. Con noi c’era anche Sr. Aparecida Faria venuta gentilmente di proposito per viaggiare insieme.
E’ il caso di dire dulcis in fundo. Credo non ci si sia sbagliate a scegliere Ibaiti come luogo per il Noviziato internazionale. Ci sono due Comunità, una è del Collegio, l’altra dedita alla pastorale a tempo pieno: catechesi, animazione liturgica, presenza nell’erigendo Santuario dedicato a N. S. della medaglia miracolosa, ed ora possiamo ormai dirlo, la Comunità del Noviziato Internazionale San Giovanni Battista. Da ora in avanti quindi saranno tre le Comunità. Procediamo con ordine, cominciamo con la Comunità del Collegio N. S. della Neve costituita da tre sorelle anche se, una di esse, la direttrice della scuola deve dividersi tra Caxias e Ibaiti con lo scopo primario di garantire l’unità nei principi pedagogici ignaziani che devono regolare lo spirito dei Collegi. Un regalo ottenuto proprio nel giorno della festa, N. S. della Neve, 5 agosto 2022 è stato il riconoscimento del Collegio di Ibaiti, quale nucleo ignaziano , riconoscimento non facile da conseguire e che comporta tutta una serie di adempimenti. Non dimentico la felicità delle sorelle quando è arrivata questa notizia. Questo riconoscimento è in fase di acquisizione anche per il Collegio di Caxias e per la scuola di Prata. Con le sorelle sono presenti anche due postulanti, Natalia, ormai in procinto di iniziare il Noviziato e Maria Vittoria che sta continuando il percorso del postulato.
La festa del Collegio N. S. della Neve è stata una esplosione di vita dove l’aspetto cristiano e spirituale ha ricevuto tutto il suo dovuto spazio di una scuola davvero Cattolica e ignaziana. La Messa del mattino, presenti gli alunni della scuola media e del liceo. Non dimentico il loro comportamento compreso, attento e devoto. Incredibile! Ha celebrato il Rettore del Santuario, p. Walter, persona carismatica. Il coro era formato da alunni della scuola elementare, guidato dallo stesso professore di musica della scuola, Marcus, un laico ignaziano trainante. Nel pomeriggio la messa per i ragazzi delle elementari, p. Zakir, sacerdote brasiliano di origine libanese che ha ottenuto di far parte della Comunità del Santuario. Ha celebrato adattandosi magnificamente a quell’assemblea, attenta, partecipe, tenuta sempre desta in modo vivace al mistero che si celebrava. Non avevo mai sentito raccontare la storia della nascita della basilica di Santa Maria Maggiore tante volte in un giorno e sempre adattata all’uditorio.
Un gesto di bellissimo che ha interessato le due celebrazioni è stato quello dell’incoronazione della statua della Vergine che, sopra un carrello, ornato da un ricco adobbo floreale, spinto processionalmente dai ragazzi al mattino, dai bimbi nel pomeriggio dal fondo della Chiesa fino al lato dell’altare, è stata da loro stessi rivestita delle insegne onorifiche: lo scettro, il mantello azzurro, i fiori e per ultimo la corona, azioni a cui tutti erano partecipi e ciascuna compiuta da uno di loro scelto per estrazione. Insomma è stata una giornata piena di emozioni, mai mi era capitato di vivere una festa dedicata a N. S. della Neve come quella vissuta al Collegio a lei dedicato.
Dopo tutto questo si è aperta la visita vera e propria secondo il metodo consueto, incontri comunitari e personali all’interno della Comunità religiosa comprese le due giovani in formazione, allargata agli alunni e insegnanti che ho potuto incontrare al lavoro e salutare di persona. Molto presente e partecipe anche la Comunità ecclesiale dove ci sono due parrocchie, vicine, una dedicata al Sacro Cuore di Gesù e l’altra a Sant’Antonio di Padova entrambe frequentate dalle due Comunità Medee le cui sorelle sono a disposizione per qualche servizio pastorale. Vi è poi il Santuario che sta nascendo, centro fervente di evangelizzazione, dedicato a N. S. della Medaglia miracolosa. In mezzo a tutte queste realtà ho veramente respirato a pieni polmoni spirituali la comunione così salvifica e così rara. Non dico che non esistano problemi nei rapporti interpersonali, ma la verità tiene le fila e con essa una sana ironia che nasce dal reciproco amore e che sa guardare in faccia con serenità e anche ridere sui propri limiti e difetti. Questi atteggiamenti li ho potuti riscontrare tra i parroci, le Suore, il popolo. Emblematico il lanche in casa del parroco di Sant’Antonio con gli altri parroci, le Suore e alcuni amici.
Non è mancata la visita alle famiglie, la giornata alla chacara di Lucimara, la coordinatrice pedagogica del Collegio, un luogo ameno, ampio, curato. Giornata in serena armonia con una buona schurrascata e passeggiata al rio. E da ultimo la visita con la cena alla grande e variegata famiglia di Ir Terezinha Marques dove, pur nel piccolo c’era posto per tutti. Vedevo arrivare, arrivare parenti e mi domandavo, dove ci metteremo a mangiare, domanda stupida all’occidentale, che tavolo imbandito per tutti!
Ibaiti, Comunità Madre Anna, 10-13 agosto
La Comunità Madre Anna con quella del Collegio sono dirimpettaie, sono divise da un giardino-piazza, pochi gradini in discesa e un attraversamento. Con il mio trolly, il 10 agosto, accompagnata dalle sorelle del Collegio, sono stata accolta da Ir. Zelinda e Ir Aparecida Faria, le due sorelle che compongono la Comunità Madre Anna.
Che dire? Credo che la risposta data in modo del tutto spontaneo alla domanda di una sorella su come avevo visto quella Comunità, sia stata quella giusta: ho visto con gli occhi del cuore una grande virtù sia nel tenere un equilibrato rapporto fraterno da parte di una sia in un smisurato instancabile zelo apostolico dall’altra. La collaborazione all’erigendo Santuario, catechesi e ministero dell’eucarestia nella Parrocchia del Sacro Cuore.
l’assistenza del padre solo e infermo di una di loro, la responsabilità di riorganizzare la pastorale dei bambini a livello diocesano riempiono le loro giornate, trovando anche un tempo per la preghiera in comune e, per quanto mi hanno assicurato, per la meditazione. La messa è veramente tenuta al primo posto o in una parrocchia o nell’altra o al santuario. La mia visita a quella Comunità è stata molto varia e movimentata, il Santuario, le parrocchie, gli incontri c’è veramente tanto fermento apostolico svolto con tanta gioia ed entusiasmo. Nella realtà di Ibaitì ti senti come avvolta in una fraternità che da quei due nuclei comunitari si espande naturalmente, abbracciando tutta la città.
Ritorno a Curitiba
Dopo la riunione di Consiglio di Delegazione e dopo l’incontro con le Superiore, il giorno 18 agosto, rientro a Curitiba. Sosta pranzo ad Arapoti in casa di Regina, incontro indimenticabile, valeva la pena conoscerla e sono molto grata alle sorelle di avermi dato questa opportunità. Regina, Insieme alle due coppie di Curitiba Celeste e Mauro, Lenir e Leonidas mi hanno fatto sperimentare l’esempio vivo del laicato secondo il carisma di Medea, un laicato consapevole della ricchezza spirituale dell’Istituto e sperimentato in esso, maturo, se stesso, libero e legato all’Istituto. Li ho sentiti parte viva di noi pur in uno stato di vita differente. L’esperienza in casa di Regina è stata emblematica. Un pranzo presenti anche i parroci con i quali Regina collabora, la visita alla Chiesa parrocchiale e alle salette della Catechesi di cui è responsabile, mostrava con gioia i lavoretti realizzati dai ragazzini, i registri con i nomi dei catechizzandi e altro. Ho proprio visto l’icona contemplativo-apostolica, Maria Vittoria e Medea; Medea e Maria Vittoria.
Conclusione
E così si è conclusa la mia prima visita alle Comunità BB. Mi sono accorta, mentre cercavo di raccontare quell’esperienza di non riuscire a mettere bene a fuoco la ricchezza dei sentimenti umani, spirituali, apostolico-contemplativi provati in ogni Comunità visitata. Non conoscevo la gioia e la ricchezza spirituale che viene dagli incontri personali, dove tocchi con le mani del cuore la vita, la fede, la presenza di Dio, insomma la sua gloria. Un grazie di cuore di avere visto passaggi concreti della gloria di Dio. Grazie sorelle! Ringrazio molto il Signore di avermi affidato questa missione e come vorrei compierla senza tradimenti proprio perché la sua Gloria risplenda e si irradi su questa terra. Confido nella sua grazia e nella preghiera di ciascuna.